giovedì 28 aprile 2011

Vietato allattare in pubblico!

Inoltro dal blog Mamma Mia di Juliet Linley: Una mamma che allattava suo figlio in un pub di Londra è stata buttata fuori dopo essersi sentita dire che "le persone stavano mangiando"...

Che dire...non sono sorpresa, purtroppo, ho già letto notizie del genere.

Ad agosto, ad esempio, l’allontanamento di una mamma intenta ad allattare il proprio bambino nel museo del Prado, ha ricevuto la solidale reazione di un gruppo di giovani donne madrilene, le quali hanno deciso di rivendicare il proprio diritto di allattare in pubblico occupando i divanetti del museo in compagnia dei loro piccoli affamati.
In Italia, per lo stesso motivo, una giovane romana veniva cacciata da un bar (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/03_Marzo/31/cacciata_bar_allattava.shtml) e lo stesso è successo ad una madre bergamasca che è stata invitata a nascondersi dal direttore dell'albergo a quattro stelle di Madonna di Campiglio in cui la signora soggiornava (http://qn.quotidiano.net/2009/07/28/211110-allatta_seno_figlia_albergo.shtml).
Tutto ciò nonostante non esista alcuna legge che impedisca di scoprire il seno in pubblico per allattare (aggiungerei che alcuni décolleté mostrano molto di più!).

Ma il colmo dei colmi è quanto sto per raccontarvi: all’esame per diventare consulente professionale in allattamento materno non è permesso allattare il proprio figlio!!


È quanto è successo a Chiara Pozzi Perteghella, che nel suo sito racconta l'assurda vicenda: http://www.farmaciapozzi.it/index.html (ripresa anche dal New York Times: http://parenting.blogs.nytimes.com/2010/07/27/no-breastfeeding-allowed/).

Io stessa sono stata "vittima" di una discriminazione simile in un ristorante giapponese (che di giapponese, però, aveva solo i nomi delle pietanze!) e gentilmente invitata a recarmi al piano superiore del locale dove ho trovato ad attendermi polvere e calcinacci. La motivazione è stata la stessa ricevuta nel pub londinese. 

È difficile stabilire se si tratti di singoli episodi o del sintomo di un’intolleranza (o semplice ignoranza?)  diffusa. Certamente, si tratta di un’occasione per riflettere su quanto l’allattamento al seno sia ancora così poco diffuso. Per lo meno nell'immaginario collettivo.
A questo proposito mi viene in mente un'immagine dolcissima di un'adorabile bimba di neanche tre anni, figlia di amici, che, mentre allattavo il mio piccolo in un locale pubblico il giorno di Pasquetta, mi si è avvicinata incuriosita, ha spostato una sedia per poterci salire sopra e ...guardare meglio cosa stesse succedendo.
Continuava a guardare lui e poi spostare il suo sguardo su di me. La cosa più bella è stata notare, dopo che mi ero lasciata distrarre dagli altri bimbi che giocavano allegri sotto il tavolo accanto a noi, che la piccola aveva preso la mano di mio figlio e ci giocava teneramente al posto mio...

Simili notizie sono in netta controtendenza rispetto alle mirabili iniziative della Provincia di Milano, dove si stanno diffondendo i cosiddetti Baby pit stop*!
Si tratta di aree allestite all’interno di un esercizio o spazio pubblico (bar, farmacia, ristorante, supermercato, biblioteca, università, stazione, ecc), dove è possibile allattare e cambiare il pannolino dei nostri bimbi indisturbate. E, aggiungerei, senza destare un simile scalpore!



*A Milano il primo baby pit stop è stato aperto presso la clinica Mangiagalli l’ottobre scorso, ma molti altri sono già in funzione (recentemente a Magenta e ad Abbiategrasso) o stanno per partire. 


martedì 26 aprile 2011

Utero con vista!*

Oggi voglio parlarvi di una pratica che ho scoperto in gravidanza: il portare.
Tra i vari supporti (fascia lunga, ad anelli, mei tai, marsupio, tonga, zaino… e chi più ne ha più ne metta…) avevo scelto il mei tai. Pratico (ma avevo fatto i conti senza la mia innata incapacità manuale!), comodo (comodissimo! Per me e per il mio piccolo...ma prima devi riuscire ad indossarlo!), sano (nel senso che il peso si scarica sul sederino e non sui genitali, come invece accade con il marsupio!)...
Ero partita gasatissima, super informata e ultra determinata, ma mi sono vigliaccamente persa per strada…
Vi risparmio, per  il momento, i particolari dei miei primi giorni da mamma (tutto ciò che NON dovete fare l’ho sperimentato io…per voi!) e passo subito all’argomento del post.
Come vi dicevo, avevo scelto questo mei tai, bellissimo, che ho acquistato prima di partorire e fatto trovare a mio marito sulla scrivania dello studio elegantemente infiocchettato e con bigliettino sdolcinato annesso, qualcosa del tipo: “Così proverai anche tu l’ebbrezza del suo dolce peso…”.
Mio marito finge entusiasmo e ripone il biglietto, insieme al mei tai, in un cassetto.
Qualche settimana dopo il parto, quando cominciavo a riprendere sembianze umane e a formulare qualche pensiero di gioia (non è stato un periodo semplice…ma chi, meglio di voi, può capirmi?), ecco che mi torna in mente il mio acquisto (uno di quelli senza starci a pensare troppo sù – il mio post sugli acquisti sconsiderati dice tutto -, digiti il codice della carta e clicchi!).
Spedita, ed eccitata, mi avvicino al cassetto, estraggo il “pratico” e…aiuto!! Ma quante bretelle ci sono??? E dove le metto? Come le annodo? Per fortuna, il sito dove l’avevo acquistato (ad onor del vero, insieme al mei tai vi arriva anche un CD con tutte le istruzioni) forniva anche dei video chiarissimi sull’utilizzo nelle varie posizioni in base all’età del bimbo. Peccato che io non fossi mentalmente in grado di recepirli…
Disegno di Loredana Seminato, tratto da "Portare i bambini" di Grazia De Fiore.

Mi sentivo insicura, impacciata e ridicola. Aggiungeteci che mio marito si è rivelato non così entusiasta dell’articolo e la ricetta è completa!
Ho riposto mestamente il mei tai nel cassetto e, di nascosto, andavo a provarlo (da sola!) con risultati a dir poco esilaranti (mmm...non è che io ridessi molto in quei momenti)…
Quando il cucciolo aveva circa 4 mesi, ero sempre più avvilita perché non avevo ancora mai usato il mio favoloso mei tai quando, meglio della Fata Turchina di Pinocchio, una persona alla quale devo tantissimo (presto vi svelerò perché) mi fa avere una fascia ad anelli. E luce fu!
Orgogliosa ed entusiasta vi dico che ho (ha!) superato l’esame a pieni voti durante il nostro primo viaggio.
La cosa più bella? Chissà perché (in realtà lo so eccome!) temevo che al mio piccolo non sarebbe piaciuto molto essere portato ("troppo stretto, non respira, non può muoversi") e invece, adesso, il suo sorriso appena vede che la indosso mi dimostra che mi sbagliavo e, ancora una volta, che devo avere maggiore fiducia nel mio modo di essere mamma...e nel mio cucciolo! E soprattutto che devo utilizzare dei tappi di cera (o è meglio il cemento?) per i consigli non richiesti!!!

Quando ci si è addormentato la prima volta, poi, mi sembrava di sognare...questa mi sembrava una cosa davvero impossibile!!!!! Sono strafelicissima!! Una donna (mamma) nuova! ^_^


 
* Espressione utilizzata da Grazia De Fiore nel suo "Portare i bambini. Contatto continuo, come e perché", ed. Coleman. Ecco il link alla casa editrice: http://www.coleman-editore.it/

Se siete interessate all'acquisto di un supporto, o se volete semplicemente saperne di più su questa pratica ancora troppo poco conosciuta, ecco il link che fa per voi: http://www.contattocontinuo.org/ ...la mia meravigliosa fascia proviene da qui!

Vi segnalo anche il blog di Mamma Canguro, con tanti consigli utili e pratici per le mamme e i papà "ad alto contatto" : http://mammacanguro.blogspot.com/

sabato 23 aprile 2011

Per una Pasqua cruelty free...

Ehi! Domani è Pasqua e, per festeggiare, vi propongo alcune ricettine (non mie, state tranquille!) vegan:

Carbonara vegetale
20 m. - 4 Persone

Ingredienti:
una cipolla bianca
100 g. affettato veg affumicato
200 ml panna vegetale
q.b. olio d'oliva
400 g. pasta
curry a piacere
q.b. pepe
q.b. sale
Preparazione
Tritare la cipolla e farla soffriggere in due/tre cucchiai di olio.
Quando sarà imbiondita, aggiungere l'affettato vegetale tritato grossolanamente, salare e lasciare amalgamare i sapori a fuoco basso.
Dopo alcuni minuti aggiungere il curry e girare il tutto.
Attendere ancora un paio di minuti, spegnere il fuoco e versare la panna di soia amalgamandola con gli altri ingredienti e lasciare riposare.
Nel frattempo si sarà portata a ebollizione l'acqua e messa a cuocere la pasta. Appena quest'ultima sarà pronta, scolarla, versarla nella padella con il sugo e mescolare il tutto sempre a fuoco basso per un paio di minuti. A preparazione ultimata si può aggiungere una spolverata di pepe.

Polpettine di ceci
4 Persone

Ingredienti
400 gr. ceci (lessati) o 200 gr. (ceci secchi)
1 piccola cipolla
1 ciuffo prezzemolo
1 patata
3 rametti rosmarino
pangrattato
sale
olio extravergine di oliva
Preparazione
Passate i ceci al mixer in modo da ottenere una purea omogenea, eventualmente aiutandovi con l’aggiunta di poco olio; lessate la patata sbucciata e tagliata a pezzi e, appena tiepida, schiacciarla con una forchetta o uno schiacciapatate; unite alla purea di ceci (l’aggiunta della patata servirà a rendere più compatto il composto che altrimenti tende ad essere troppo soffice). Con una mezzaluna tritate il prezzemolo e la cipolla, unite al composto, mescolate e lasciate riposare qualche minuto. Nel frattempo tritate anche le foglie di rosmarino ed unitele al pangrattato. Formate delle polpette con il composto e impanatele con il mix di rosmarino e pangrattato. Scaldate dell’olio extra vergine di oliva in una piccola padella antiaderente e, non appena ben caldo, fate dorare le polpette, rigirandole affinché cuociano da ogni lato. Servite tiepide.
Per una preparazione più rapida ed alternativa è possibile utilizzare lo stesso composto per fare un tortino; mettere il composto in una pirofila unta, spolverate la superficie con il pangrattato aromatizzato con il rosmarino e passate in forno per circa 20 minuti.

Salame al cioccolato

Ingredienti

300 gr. cioccolato fondente
200 gr. margarina
200 gr. biscotti
1 cucchiaio zucchero
2 manciate nocciole intere
1 manciata mandorle
70 gr. riso soffiato
1 bicchierino rhum
Preparazione
Fate sciogliere il cioccolato e la margarina a bagnomaria; quando sono ridotti allo stato liquido aggiungete tutti gli altri ingredienti* mescolando fino ad ottenere un impasto fluido. Versate il tutto su un foglio di alluminio e chiudete bene, facendo assumere al preparato la forma di un cilindro. Mettete in congelatore per almeno un paio d’ore. Si conserva in frigo.
 (*sbriciolate grossolanamente i biscotti)

Buon appetito e...buona Pasqua!!!

Qui trovate un menu completo per il pranzo di Pasqua...e, vi prego, lasciate in pace agnelli e capretti!!!**


** Ogni anno, solo nel nostro Paese, vengono macellati circa 700.000 agnelli e capretti in occasione di questa ricorrenza...è davvero indispensabile?

venerdì 22 aprile 2011

Un albero per ogni neonato!

Ho scoperto casualmente che oggi, 22 aprile, si celebrava la Giornata della Terra…nonostante fosse la quarantunesima dall’istituzione della ricorrenza!
Leggo sul web che il tema di quest’anno era la promozione di “un miliardo di azioni verdi”entro l'inizio del vertice Onu sullo sviluppo sostenibile previsto a Rio de Janeiro nel 2012. Si tratta di compiere anche solo un gesto a difesa dell'ambiente, gesti semplici come andare al lavoro in bicicletta o con i mezzi pubblici invece di prendere l'auto (dove i mezzi pubblici funzionino ed esistano piste ciclabili o, perlomeno, non si rischi la vita pedalando) o fare la spesa con la borsa di tela al posto di quella di plastica. Piccole cose che, sommate insieme, possono fare la differenza. In fondo, l'oceano è fatto di gocce!

Mi torna, così, in mente una notizia che ho letto un paio di giorni fa: un ddl che associa il binomio neonati-verde (urbano).
A proporre questo disegno di legge è stato il ministro dell’Ambiente (e mia concittadina) Stefania Prestigiacomo. Un provvedimento in favore dello sviluppo degli spazi verdi urbani, che il Senato ha approvato all’unanimità, e che istituirà, il 21 novembre, la Giornata nazionale degli alberi.

Secondo questo ddl, i comuni dovranno indicare, entro tre mesi dalla nascita del bambino (o bambina, naturalmente), il luogo esatto in cui è stato piantato l'albero a lui dedicato. Lo stesso accadrà (mi sembra ovvio!!) per i bambini adottati.
Che Siracusa cessi di essere la città delle rotonde e diventi (finalmente!) un po' più alberata? Attendo speranzosa...

Curiosità: Gli antichi celti associavano ai giorni dell'anno un albero le cui virtù avrebbero influito sui nati di quel particolare giorno (vedi qua).

mercoledì 20 aprile 2011

La Kinsella mi fa un baffo!!

Volevo condividere con voi un’esperienza che, col senno di poi, si è rivelata una di quelle assolutamente inutili da annoverare nel proprio bagaglio. E per evitare a voi di commettere i miei stessi errori, vi suggerisco un libro che considero indispensabile in tutte le librerie delle future famigliole: “Bebè a costo zero” di Giorgia Cozza.
Proprio io che in gravidanza ho sofferto di shopping compulsivo, non dovrei nemmeno poter pronunciare il titolo del testo, figuriamoci aver accesso a questo meraviglioso libro. Temevo, infatti, che mi si sarebbe carbonizzato tra le mani! Ma, un po’ perché ho conosciuto (purtroppo solo virtualmente) la splendida autrice, un po’ perché (diciamocela tutta), se avessi continuato a sperperare in quel modo, adesso non potreste godere di questo consiglio (perché mi avrebbero tagliato la linea telefonica), mi sono decisa e l’ho acquistato. Pur sapendo che, a breve (ma non chiedetemi quando!), uscirà una nuova edizione aggiornata ed ampliata.  Ma chissenefrega! Con tutti i soldi che ho buttato inutilmente, vado a confondermi per pochi euro? (Il lupo, infatti, perde il pelo…)
Ma torniamo a noi.
Non si tratta solo di una “guida al consumo critico”, come suggerisce il sottotitolo...è molto, molto di più!
Vi dico solo che modificherà completamente la vostra visione della maternità, se non avete ancora provato ad ascoltare voi stesse e a darvi fiducia.
Lo ammetto: anch’io, come Becky, quando ero incinta ho amato follemente lo shopping per il baby (soprattutto col 50% di sconto …e il bancomat del papà!), nonostante la mole non proprio filiforme dell’ultimo periodo e l’agilità di un bradipo zoppo. Ma ora che le buste e gli scatoloni si sono ammonticchiati nella camera del mio cucciolo, sommergendo quasi totalmente il pavimento (una volta allegramente arredato con un simpatico tappeto di Winnie The Pooh perfettamente in tinta con i mobili della cameretta), mi rendo conto di aver non solo esagerato con gli acquisti, ma di aver anche decisamente toppato nella scelta degli articoli che ho così rozzamente suggerito a parenti e amici di acquistare per mio figlio: interfono che non ho ancora scartato perché non lascio il cucciolo nemmeno quando vado in bagno, giostrina spaziale con orsetti travestiti da api, stelline che dovrebbero splendere sul soffitto e musica soave che dovrebbe conciliare il sonno (…ma non so dirvi se sia vero perché, anche questa, è ancora sigillata!), box miracoloso (a detta di mia madre!) che al momento ha solo occupato molto spazio nella cameretta (nonostante sia anch’esso ancora perfettamente imballato) e poi bilancia, sedia a forma di orso per la vasca (ma perché???) e mille vestitini ancora con le targhette (e il prezzo!) attaccate.
Mi sa che avrei dovuto comprare il libro qualche mese fa, ma, soprattutto, avrei dovuto ascoltare un po’ di più il mio istinto di madre e seguire ciò che mi dettava il cuore…quando già batteva all’unisono con quello del mio cucciolo!

Anticipazioni: restate sintonizzati su questo blog perché, a sorpresa, ci sarà un giveaway …a costo 0!!!
Nel frattempo vi posto il link alla casa editrice del libro dove troverete tutto ciò che avreste voluto sapere (ma non avete mai osato chiedere, anche perché probabilmente - purtroppo - avreste ricevuto le risposte sbagliate!) sul vostro essere genitore: http://www.bambinonaturale.it/

Il libro in questione non è disponibile perché, come ho già detto, sta per uscire la nuova edizione...ma sono sicura che mi ringrazierete per questo giretto sul web! ;)

Ah, tanto per intenderci, il cucciolo ha 6 mesi e dorme beatamente nel lettone con noi e nella “sua cameretta” non ci ha ancora messo piede!

domenica 17 aprile 2011

Battesimo dell'Aria


Siamo tornati! Il viaggio è andato bene, il cucciolo è stato il solito gioiellino (non a caso questo blog si chiama MamminaFortunata! ;)) ma qualche piccolo appunto devo comunque farlo…
Cominciamo con l’agognato attestato del Battesimo dell’Aria.
Poco prima della partenza, mio marito è venuto a sapere che era possibile richiedere un attestato che ricordasse il primo volo dei nostri bimbi. Si tratta di un cartoncino con gli spazi per inserire nome del piccolo, le informazioni riguardanti il volo e, naturalmente, la firma del pilota per rendere la cosa un po’ più solenne!
Entusiasta come una bimba, vado in cerca di notizie sul web e scopro che il cartoncino dev’essere espressamente richiesto agli assistenti di volo una volta giunti sull’aeromobile ma, e qui comincio a subodorare l’inghippo, non sempre questi certificati sono disponibili.
Continuando a cercare informazioni al riguardo, trovo pure un’immagine del certificato: delle bianche nuvole su uno sfondo azzurro! Davvero carino come ricordo! Sarà l’ennesimo quadretto nella stanza di N. (ormai praticamente una galleria d’arte!).
Giunti sull’aereo, chiediamo all’hostess della possibilità di ottenere questo piccolo souvenir ma scopriamo, con mio grande disappunto (ma mio marito lo chiamerebbe in un altro modo!), che il cartoncino avremmo dovuto stamparcelo noi da casa!! Stamparlo e portarcelo appresso per farlo poi firmare al comandante…
Al momento del rientro dalla nostra breve vacanza, e dopo che la mia collera era sbollita, mio marito mi convince a stampare il certificato e presentarlo al pilota del volo di ritorno. Naturalmente, però, non si trattava più del “primo volo” di mio figlio!
Decido, quindi, di far firmare sì il certificato, ma di compilarlo con i dati del viaggio dell’andata, in questo modo avrei almeno avuto la firma di un VERO pilota (e solo ora che sto mettendo tutto nero su bianco mi rendo conto dell’idiozia della mia idea…ma tant’è…)!
Porgo il certificato allo zelante steward (vi risparmio le mirabolanti strategie per evitare che quel misero foglio di carta si rovinasse nonostante gli innumerevoli bagagli che ero riuscita ad accumulare e che si erano moltiplicati durante il nostro breve soggiorno…), specificando che avevo bisogno SOLO della firma e che avrei compilato io il resto…
All’atterraggio, mi viene riconsegnato il certificato dallo steward (quello tanto zelante...troppo!), con tanto di sorriso compiaciuto stampato sulla faccia, e il tipo mi dice: “manca solo il nome del piccolo, ho già inserito i dati del volo!”.
...
Se siete interessati, e il vostro cucciolo volerà con la compagnia di bandiera, qui il link dal quale potete scaricare il certificato.
Per dovere di cronaca, vi anticipo che il certificato non riporta più le nuvole sullo sfondo ma sembra piuttosto ricordare un viaggio con una navetta spaziale...

giovedì 7 aprile 2011

Tu qui non puoi entrare!


 

Qualche giorno fa circolava in rete questa notizia:L'ultima trovata di Ryanair: da ottobre voli senza bambini a prezzi più alti” (qui l’articolo completo).

Secondo l’articolo, pare che Ryanair introdurrà voli senza bimbi per accontentare i clienti. Un sondaggio avrebbe, infatti, rivelato che a un terzo dei passeggeri (36%) sia stato “rovinato” il volo a causa dei rumorosi minori…

Premettendo che non sono Mary Poppins, e che anch’io trovo leggermente irritante una serie di atteggiamenti che però, a mio avviso, poco hanno a che vedere con la maleducazione dei bambini, quanto piuttosto con il menefreghismo (o forse si tratta piuttosto di delirio di onnipotenza) di alcuni genitori, devo ammettere che, almeno inizialmente, la cosa non ha destato in me lo stupore (sdegno?) che invece merita. Così mi sono tristemente resa conto che a notizie del genere “c’ho quasi fatto il callo!”…

Fino a pochi anni fa, le mie battaglie erano rivolte a chi non accettava i cani sui mezzi di trasporto o all’interno di alcuni negozi, a chi si lamentava che i cani abbaiassero (beh, direi che personalmente mi sarei preoccupata di più se avessero grugnito…), che facessero i loro bisogni all’aperto (non sono ancora riuscita a scovare una toilette per cani, ma dev’essere sicuramente una mia negligenza) o che perdessero il pelo (ma se non abbiamo ancora trovato una soluzione all’alopecia umana…anzi no, qualcuno l’ha trovata!). Adesso nel mio mirino di mamma ci sono principalmente i diritti dei bambini (non che la mia posizione sui diritti degli animali sia cambiata, è solo che, purtroppo, il ruolo di avvocato difensore delle cause canine non mi riguarda più da vicino) e gli ormoni mi hanno trasformata da cornacchiapetulante a dragosputafuoco! Ma allora perché mi sono limitata ad una smorfia di disapprovazione dopo aver letto questa notizia?




Per la cronaca, pare che l'assurdo comunicato fosse solo un pesce d’aprile, anche se non ho trovato personalmente la smentita.

È invece notizia fresca che sul sito di Trenitalia si trovino informazioni sui bagagli, sul viaggiare con animali domestici (quando servivano a me queste informazioni no, eh?), sul viaggiare con auto, moto, bici, a mobilità ridotta, ecc. ma…nulla sui bambini! Va bene che il nostro è un paese a bassa natalità (forse il paese) …ma così pare si aspetti solo l’estinzione!

In ogni caso, testerò personalmente la situazione nei cieli italiani visto che, proprio domani, io e la mia batfamily percorreremo in volo lo stivale. Augurateci buon viaggio...e buona fortuna!

martedì 5 aprile 2011

Viva la pappappappa!!!

Innanzitutto benvenuti!!! Sono giorni che penso al modo migliore per inaugurare questo mio pezzetto di cielo, ma le aspettative erano troppo alte e temevo di avere il blocco dello scrittore…bel modo di inaugurare un blog!
Oggi, però, il mio topolino ha fatto qualcosa che non può passare sotto silenzio.
Da circa 6 mesi allatto orgogliosamente - ed esclusivamente - il mio bambino (il motivo del mio orgoglio lo spiegherò in un altro post) ma, già da qualche tempo, ho notato che comincia a mostrare particolare interesse verso ciò che mangiamo noi. In particolare pizza e biscotti (mica scemo il piccolo!).
Da qualche mese, infatti, sul tavolo della nostra cucina troneggia una sdraietta (uno dei pochi regali che stiamo utilizzando…sorry!) dalla quale N. si sporge pericolosamente con l’intento di afferrare (credo!) qualcosa dal mio piatto.
Essendo – inutile dirlo – una di quelle mamme che diventano più informate dei pediatri quando scoprono di aspettare un pupo, decido che non procederò con lo svezzamento tradizionale (il pediatra aveva deciso che, allo scoccare dei 4 mesi, N. avrebbe dovuto cominciare con un cucchiaino di mela grattugiata, la pera il giorno dopo e poi la banana, fino ad arrivare ad un frullato dei tre frutti al quale, se non ricordo male, avrei dovuto aggiungere del latte…e immagino non parlasse del mio!
 Come ho imparato diligentemente (e faticosamente) a fare, ho annuito tranquillizzando così l’esperto e ho poi rimosso automaticamente il “consiglio”.
 La prima sostanza che il mio cucciolo ha assaggiato, oltre al mio latte, è stata invece una patata! Al forno!
Tralascio la battuta di mio marito al riguardo (ma credo sia più che evidente il riferimento al quale alludesse) e procedo col racconto.
Questa clamorosa prima volta è accaduta il 31 marzo, e cioè a 5 mesi e 21 giorni. Due giorni dopo, questa volta spinta da mio marito e dai nonni, riprovo con la fatidica mela grattugiata (biologica!!). L’espressione di mio figlio è stata immancabilmente ripresa con il telefonino, quasi ci aspettassimo una simile sequenza di smorfie di profondo disgusto seguite da tentativi di autoprovocarsi conati di vomito.
A quel punto ho pensato che non fosse il caso di insistere.
La sera, però, riprovo con un pezzetto di fagiolino che lui succhia (sempre con qualche smorfietta) e sputacchia. Ci siamo! Penso, e gongolo all’idea di non avergli propinato le classiche pappette.
Oggi accade ciò che temevo…o meglio, ciò che mi avevano intimato di evitare in ogni modo. Comme d’habitude, mangio qualche biscottino a merenda (ingozzarsi sarebbe il termine più esatto!) e vedo che dalla  bocca di mio figlio comincia a venir giù dell’acqua…ma lui non ha ancora mai bevuto acqua. Metto a fuoco l’immagine e penso: è saliva! Mio figlio ha l’acquolina in bocca!!!
Lo prendo in braccio e lo appoggio sulle mie gambe. Tra me e me penso:”mi piacerebbe se prendesse un minimo di iniziativa”…detto fatto! In men che non si dica afferra la mia mano e se la porta alla bocca. Ma io oppongo resistenza. Qualche secondo dopo è lì che si tira addosso la scatola che stavo usando come tovaglia (su questo, magari, era meglio sorvolare…) e le sue piccole dita si ricoprono di minuscole briciole che erano rimaste attaccate a causa della saliva (le mette sempre in bocca e qualcuno suggerisce che dovrei insistere con il ciuccio…ma questo argomento merita un post a parte!).
Aspetto, osservo e le mette in bocca. Un attimo dopo assapora, mi guarda e scoppia a ridere fragorosamente! Ecco, ho pensato, è la fine! Ma, come disse qualcuno, la fine è il mio inizio!
A presto! ^.^

Consigli di lettura: a chi fosse interessato all'autosvezzamento, in libreria esistono diversi testi sull'argomento, ma l'unico che posso consigliare (perché è l'unico che ho e che sto leggendo) è "Svezzamento e Allattamento. Dall'introduzione dei cibi solidi al termine dell'allattamento" di Jack Newman e Grazia De Fiore, ed. Coleman.
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