giovedì 29 dicembre 2011

Pensierini...pensati!

Questo post è un omaggio a qualcosa che credevo non sarebbe mai accaduto: mio marito ha perso qualche minuto per scegliere il mio regalo di Natale!!!!!!
Dovete sapere che Il Papi è allergico a tutto ciò che richieda più di pochi secondi di concentrazione (se il fulcro dell'attenzione non è lui... d'altronde, come abbandonare un'abitudine che dura da oltre 35 anni?), eppure questa volta è riuscito a sorprendermi.

Il giorno della Vigilia di Natale (eh sì, non potevo pretendere che ci pensasse addirittura il giorno prima) si presenta, tronfio, con un pacchetto confezionato da una Onlus che si occupa di bambini (anche questo ha del miracoloso... non che sia poco generoso, questo no! Solo che questa scelta implicava fare una doppia fila: alla cassa e al banchetto dei volontari!) e l'adesivo di una nota libreria. Già sorrido, grata che non abbia scelto della biancheria intima... poi aggiunge che questa volta ha fatto centro, che il regalo è perfetto e che mi piacerà sicuramente!

"Bebè del mondo" di B. Fontanel e C. D'Harcourt

Ma forse dovrei fare un passetto indietro... avevamo parlato dei regali di Natale per tutta la famiglia e avevo espresso il desiderio che (da) quest'anno ci regalassimo qualcosa di più ...personale, intimo, ...pensato! Non volevo l'ennesimo maglione o il classico gioiellino, volevo qualcosa che sarebbe piaciuto solo a me! E devo dire che c'è riuscito! Con mia grande sorpresa ha colto perfettamente cosa intendessi e mi ha regalato, oltre ad un CD che, però, gli avevo fatto poco velatamente capire che mi sarebbe piaciuto, un bellissimo libro sul modo di accogliere i neonati nelle diverse culture. Ve ne parlerò appena lo avrò letto, al momento ho solo ammirato le splendide immagini.

E a voi com'è andata?

sabato 24 dicembre 2011

Natività

La festa viene a ricordare che siamo mammiferi, nati da madri che ci portano nei grembi. […]

Mammifera è Miriam/Maria. La sua maternità aggirò lo sposo, fu gravida di tutt'altro seme, dopo l'annuncio del messaggero ardente. […]

La festa celebra il bambino, la sua espulsione dal grembo, l'irruzione della prima aria nei suoi polmoni di pesce nella vasca materna. Ma festa maggiore è quella di Miriam/Maria che spinge e contrae il suo ventre nella notte invernale di Bet Lèhem, Betlemme, casa di pane. Suo figlio andava sfornato lì, lontano dalla Galilea, da Nazaret, suo domicilio. La festa è di Miriam/Maria, madre da viaggio. […]
 
Mammifera lei, moglie senza le nozze, vergine inseminata a voce dall'annuncio: secondo il Cristianesimo non conobbe gli abbracci. Però le doglie della partoriente sì, quelle senza risparmio, senza le anestesie miracolose e senza levatrici. Chi tagliò il suo cordone? La lesina di mastro Ioséf/Giuseppe, il punteruolo aguzzo con cui si buca il cuoio, utile in viaggio a riparare la cavalcatura, un sandalo, oppure lo tagliò il coltello per il pane? Un arnese la separò dal figlio. Miriam/Maria in quel punto non provò sollievo, ma una fitta, un anticipo di pena. […]

Lo allattò, non si sa per quanto, a quel tempo i poppanti si svezzavano tardi. Il figlio era quieto, non piangeva, così non c'era scusa per tenerselo in braccio e consolarlo di un brutto sogno, una ferita, un giocattolo rotto. Lo allattava più a lungo, per avere un motivo di abbracciarlo. […]


Tratto da Le sante dello scandalo di Erri De Luca, ed. Giuntina.
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Sarà un "caso" che sia stata scelta proprio Maria come madre del figlio di Dio? Ma, soprattutto, sarà un "caso" che Maria si sia comportata in un certo modo con Gesù, che l'abbia cresciuto nel rispetto e nella più completa fiducia (in lui e in se stessa)  contravvenendo a tutte le idee (e le leggi) del tempo?

E se fosse proprio questo il prodigio? "Una madre che crede fino in fondo nel suo bambino"...

A tal proposito, vi segnalo questo film di Guido Chiesa (consigliato anche da Michel Odent) che ho cercato tanto e ho poi inaspettatamente ricevuto in regalo in occasione del Battesimo di mio figlio, in un modo che mi ha resa ancora più grata (e incredibilmente piena di tutto questo Amore che continua a travolgermi da quando ho scoperto di essere mamma) di quanto già non fossi! Nemmeno questo può essere un caso...


"Io sono con te" di Guido Chiesa.

Qui trovate una splendida recensione del film e qui un'interessante discussione sempre sul sito Non Togliermi il Sorriso. E se non vi bastasse, qui ulteriori spunti sulla pedagogia di Maria.

Non riesco a trovare modo migliore per augurarvi

Buon Natale!!!

sabato 17 dicembre 2011

Mamma (papà, zio, vicino di casa...), me lo leggi?

"Me lo leggi?" di Giorgia Cozza, ed. Il leone verde.

Non so da dove cominciare...ok, dall'arrivo del pacco. Lo apro e lo mollo (quasi contemporaneamente) per correre all'inseguimento del Puzzolo che, nel frattempo, aveva cominciato a demolire casa dei nonni (tutta eh, è democratico!). A quel punto, sento dal corridoio la voce di mia sorella che legge: "Silvana, nonna di Nicolò, 6 mesi"...Wow!! Meglio del Libro delle Risposte, ha trovato subito la testimonianza di nonna Silvana (nostra madre)! (Se vi dico che al secondo colpo ha trovato quella di mio marito non mi credete, vero?)

Decido, quindi, di lasciare che mio figlio esplori lo spazio (in fondo, dicono che sia giusto così) e mi precipito a sfogliare il libro. Il cuore comincia a battermi...no, non (solo) perché siamo presenti in uno dei libri che (ne sono certa!) mi accompagnerà nei momenti che più anelo del mio prossimo futuro da mammina (le letture - e le coccole - prima della nanna, la sfiancante richiesta Me lo leggi? quando pensi che stia per crollare dal sonno...e tu con lui!). Scoprire le mie parole, le foto del mio bambino, immaginare (non l'ho mica letto tutto! Datemi un po' di tempo) che siano state accolte alcune mie piccole segnalazioni, ricordare che, nel momento esatto in cui mi veniva richiesta una testimonianza su un argomento in particolare, l'avevo già buttata giù e la stavo rileggendo (senza sapere se le sarebbe interessata) e scoprire di essere addirittura stata inserita nei ringraziamenti, mi ha davvero emozionata. E commossa.  

Mi è poi tornato in mente il momento in cui ho conosciuto Giorgia: aspettavo Il Puzzolo e cercavo suggerimenti di lettura ...non per me, per lui!
Mi ha risposto una tipa molto carina, gentilissima e chiaramente competente in materia (di libri, di bambini, di mamme), solo qualche mese dopo ho saputo chi fosse. E ho cominciato a tampinarla (solo sul web, per sua fortuna)! ;-P
A questo proposito (spero di non togliere valore all'enorme lavoro di Giorgia... credetemi, a parte queste poche righe il libro merita davvero!), vorrei postarvi una mia testimonianza che troverete all'interno del libro, un "pezzetto" della nostra storia...:


Ero partita con le migliori intenzioni… ma mi sono persa strada facendo. Durante l’attesa avevo letto che leggere ad alta voce una breve storiella o ripetere qualche filastrocca avrebbe creato un miglior contatto col nascituro. Meglio ancora se avessi ripetuto questo rito quotidianamente fino alla nascita. Pare che, una volta venuto al mondo, il piccolo sia in grado di riconoscere ciò che ha sentito frequentemente quando si trovava nel pancione. Ho cercato e ricercato qualcosa di adatto, qualcosa che mi attirasse, ma non ho trovato niente. I mesi passavano ed io non riuscivo “ad entrare in contatto” col mio piccolo. O almeno così pensavo.
Ogni tanto cantavo qualche canzoncina, senza troppa convinzione. Pare che certe canzoni siano più adatte di altre e che un certo tipo di musica agiti il bambino invece di rassicurarlo, così non riuscivo ad assecondare me e le mie sensazioni, i miei gusti. E forse anche quelli di mio figlio.
Nel momento in cui l’ho avuto fra le braccia, questo “blocco emotivo” è proseguito per qualche giorno. Finché una sera, durante il bagnetto, mia sorella non comincia ad intonare una canzoncina nella speranza che Nicolò si calmi. Improvvisamente mi tornano in mente i momenti in cui, da piccole, ci divertivamo a canticchiare La Tartaruga di Bruno Lauzi con la r moscia per imitare un nostro amico. Incredibile ma vero: Nicolò smette di piangere e ci osserva a metà tra l’incuriosito e il divertito. Da quel giorno questa è la nostra canzone jolly! Naturalmente mi sono fiondata a recuperare la versione cartonata e corredata di CD… ma mio figlio continua a preferire la mia!
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E dopo questo vergognoso esempio di autoreferenzialità, se siete alla ricerca di qualche regalo di Natale dell'ultimo minuto (ditemi che non sono rimasta solo io!!), sappiate che ci sono ancora alcune (pochissime) copie qui. Da gennaio sarà disponibile in tutte le librerie.

Rettifico: il libro, come prevedevo, è andato a ruba! Pazientate ancora qualche giorno e sarà nuovamente disponibile sul sito dell'editore e, dopo l'Epifania, in tutte le librerie.

Alla prossima!

venerdì 2 dicembre 2011

Il tempo dell'Avvento


Non ho mai avuto un calendario dell'Avvento, nemmeno da piccola. Fino a un paio di anni fa non sapevo nemmeno cosa fosse. Da quando faccio parte della blogosfera, ho scoperto una tale varietà di calendari che la metà basta!
Ci sono i calendari classici, con semplici finestrelle che si sollevano rivelando delle belle immagini, quelli di pannolenci, di cartone, o con calzini in cui riporre dei piccoli regalini da scartare ogni giorno in attesa dell'arrivo di Babbo Natale, e potrei andare avanti tutta la notte...
Ho già cominciato a pensare a quello che realizzerò l'anno prossimo per Il Puzzolo (sono già eccitata al pensiero!) ma, più della vastità di calendari da creare (o acquistare), è stato il significato che rivestono a colpirmi. L'Attesa.

Scrive Erri De Luca: "Solo le donne, le madri, sanno cos'è il verbo aspettare. Il genere maschile non ha costanza né corpo per ospitare attese. Risento l’aggravante di ignorare fisicamente la voce del verbo aspettare." In questo (e nella totale incapacità nello svolgere le faccende domestiche) sono incredibilmente mascolina!

Ho seguito un suggerimento su aNobii e ho cominciato una lettura che si concluderà, per l'appunto, a Natale. Proprio come un vero calendario dell'Avvento. Un capitolo ogni giorno. Ebbene, solo ora mi rendo conto della difficoltà nel non barare, nell'attendere il momento giusto per sollevare quella finestrella. La stessa difficoltà che avevo da piccola (e che, in realtà, mi perseguita ancora) nel non curiosare nei pacchetti così deliziosamente incartati e accuratamente riposti sotto l'albero. Ma, come dice Jostein Gaarder, sarebbe "un po' come rubare qualcosa a se stessi". E allora desisto.


Il viaggio di Elisabet di Jostein Gaarder, ed. TEA.

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